Cantavano in Coro
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2 Settembre 2015
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Cantavano in Coro

Il romanzo di Eraldo Canegallo insieme, romanzo d'ambiente e romanzo psicologico e questa ricchezza di elementi e di possibilità espressive è il suo vero punto di forza

Il romanzo di Eraldo Canegallo insieme, romanzo d'ambiente e romanzo psicologico e questa ricchezza di elementi e di possibilità espressive è il suo vero punto di forza

LO SCAFFALE – Eraldo Canegallo (Sant’Agata Fossili, 1945) imprenditore nel settore informatico, laurea con lode in Storia contemporanea all’Università di Genova (tesi Storia del paese natale), si esprime dal 2006, anno d’esordio nel mondo letterario, occupandosi sia di storia sia di cultura locale. Fin ora cinque sono i volumi pubblicati: Sant’Agata Fossili 1900-1945. Storia e memoria, Tortona 2006; Dizionario del dialetto di Sant’Agata Fossili, Tortona 2011; Ad ognuno sia manifesto, Tortona 2012; Nella corte verso tramontana, Tortona 2012; “Il parroco mi disse”. Le aste dei beni ecclesiastici a Rocchetta Ligure nel 1868 e il processo a tre parroci, Tortona 2013.

Il romanzo moderno trae le sue origini nei romanzi epico-cavallereschi del Medioevo e del Rinascimento e dopo la grande fioritura sette-ottocentesca, che vede l’affermarsi di diversi filoni romanzeschi (il romanzo d’avventura, il romanzo di viaggi, il romanzo di idee e soprattutto il romanzo realistico) conosce nuove direzioni di ricerca e sperimentazione tecnica. Nel Novecento si presenza come testimone efficacissimo e mezzo di rappresentazione di una nuova “condizione umana” in crisi, in un tempo caratterizzato da grandi rivolgimenti sociali e politici, da due terribili guerre mondiali, da formidabili progressi scientifici e tecnologici fino ad arrivare ai giorni nostri con una ricchissima produzione romanzesca. Tecniche narrative, stili, tematiche, forme di linguaggio oggi si mescolano sempre più, fino a produrre combinazioni nuove che escono dagli schemi consueti.

Un esempio, è il romanzo di Eraldo Canegallo insieme, romanzo d’ambiente e romanzo psicologico e questa ricchezza di elementi e di possibilità espressive è il suo vero punto di forza. La trama ben scandita, fitta di eventi, tipica del romanzo tradizionale è in quest’opera sostituita, in parte, con una narrazione simbolica, in cui tutto accade e nulla accade. Il linguaggio, ricalcato sull’uso quotidiano, altamente comunicativo, si completa in uno stile introverso per esprimere difficoltà se non addirittura impossibilità di rapportarsi con gli altri. La fabula si dipana tra febbraio e aprile 1945. Lo scenario è quello del tortonese fino a sfiorare la città di Alessandria e le prime immagini sono quelle riferite a un istituto scolastico, il Dante di Tortona. Il professor Dabruzzi è in cattedra. Gli allievi prendono posto nei banchi. I prodromi sono di una tranquilla giornata di studio ma un calpestio di scarponi chiodati risuona nell’edificio: provengono dalle scale che portano alle aule. Gli allievi guardano sconcertati il professore che ha un’intuizione: Chi ci ha traditi?

E’ una delicata figura umana quella che disegna con leggerezza il Canegallo, che perde le certezze della cultura borghese tradizionale in un contesto che muta e mutano di conseguenza le tecniche narrative: alla rappresentazione realistica del mondo e degli ambienti subentrano gli aspetti dell’interiorità nei conflitti e nelle frustrazioni. La narrazione di una cultura della crisi non si infrange però nello stile e il lettore si può avvicinare con l’atteggiamento consolidato del filtro della tradizione. E’ questo il caso di “Cantavano in coro” che passa da esperienze corrosive fino alla messa in discussione dell’identità dell’io e dei modi di rappresentarlo artisticamente. Il romanzo è tutto giocato su una linea sottile ma il fuoco della scrittura è tragico.
 

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