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Credo che di esempi di coerenza e credibilità ci sia davvero bisogno... Alex Langer, Pepe Mujica, Jeremy Corbyn, Papa Francesco

Credo che di esempi di coerenza e credibilità ci sia davvero bisogno... Alex Langer, Pepe Mujica, Jeremy Corbyn, Papa Francesco

OPINIONI – Da vent’anni se n’è andato Alex Langer, uomo senza patria e con molte patrie, intellettuale che parlava cinque lingue e aveva cento interessi. Il suo motto era “più lentamente, più in profondità, con più dolcezza”, che ci aveva spiegato come radicale rovesciamento del motto olimpico “più veloce, più alto, più forte”. Una vita breve, ha vissuto meno di 50 anni (49 per l’esattezza), durante la quale ha tuttavia attraversato in modo originale, libero, coraggioso la seconda metà del Novecento. Alex Langer merita che si parli molto più a lungo di lui, della sua capacità di non piegarsi e costruire ponti, che ci ha lasciato in eredità.

Ma voglio ricordarlo qui per una sua frase. Nel 1992, quando si era tolta la vita la leader verde tedesca Petra Kelly, Alex l’aveva ricordata con queste parole: “Forse è troppo arduo essere individualmente degli Hoffnungsträger, dei portatori di speranza”. Alex parlava di se stesso, e forse il peso di questa responsabilità non è estraneo ai motivi del suo suicidio. Ma nonostante abbia concluso la sua vita con quello che apparentemente sembra un gesto di rinuncia, Alex resta per molti di noi un esempio luminoso di una vita al servizio degli altri, al servizio di una politica che non sia “una professione, ma una passione per la lotta verso il miglioramento dell’essere sociale al quale apparteniamo. Perché la politica è, essenzialmente, collettiva. Uno dei peggiori imbrogli del nostro tempo, e una delle più grande sofferenze, è che si mettano in politica persone interessate al denaro. La politica esiste per servire le persone”.

Queste sono parole di Pepe Mujica, ex-presidente dell’Uruguay, in gioventù guerrigliero tupamaro, rinchiuso per 14 anni “in un buco puzzolente”, diventato il presidente più povero del mondo (aveva destinato il 90% del suo stipendio agli umili, ai senzatetto, agli emarginati). Ha insegnato a tutti noi i veri significati della vita e ha mantenuto le promesse del suo mandato. Rispetto della Costituzione, educazione, infrastrutture, politica energetica e sicurezza cittadina. Partendo da un presupposto: il benessere dobbiamo trovarlo dentro di noi, nella nostra etica, nei valori umani e non materiali, in una ricchezza che deve venire dalla conoscenza e dalla tutela dell’ambiente. Da lui, ha detto Roberto Saviano, “abbiamo imparato che non sono gli slogan a cambiare il percorso di un Paese, ma i fatti. Le sue parole sono diventate dibattito, scelta, concretezza, passo dopo passo. Lui ha rivoluzionato per sempre la comunicazione politica, che normalmente tende a promettere e comunica promettendo, perché la comunicazione nel promettere è vincente. Lui invece ha fatto il contrario: realizzava e poi comunicava”.

A ottant’anni Pepe Mujica è l’esempio più scomodo che esista per l’intera classe politica planetaria, perché rappresenta l’esempio vivente di come si possa pensare al bene comune senza avere brame di potere e di ricchezza vivendo, anzi, come qualsiasi cittadino della propria nazione. “Non cambiamo il mondo se non cambiamo noi stessi” ha detto in uno dei suoi celebri discorsi… “Se dovessi consigliare un giovane che abbia voglia oggi di fare politica, gli direi che è meraviglioso lottare per ciò che uno pensa, per quello che sente. È necessario imparare a vivere coerentemente con quel che si pensa. Non dimenticartelo! Vivi come pensi, altrimenti finirai per pensare come vivi”.

Un altro bell’esempio di coerenza è quello di uno dei candidati alla guida del Labour Party, Jeremy Corbyn. Personaggio molto distante dal profilo standard del politico inglese, Corbyn ha mantenuto negli anni uno stile di vita più vicino a quello delle classi lavoratrici che a quello dei suoi colleghi politici e parlamentari. Storiche le sue battaglie per la pace, ai tempi della guerra in Afghanistan e in Iraq, e contro l’apartheid in Sudafrica, che gli costarono anche un arresto nel 1984; notorie le sue posizioni filo-palestinesi.

Non si tratta di un politico dal carisma affascinante. È un uomo discreto e calmo, che si trova più a suo agio nel parlare di politica o a parlare con le persone che lo sostengono che nel sottolineare la sua importanza personale. A 63 anni, barba e voce profonda, Corbyn è stato preso in giro dai mezzi d’informazione per i suoi vestiti beige e i gilè comprati ai mercatini. Si muove in bicicletta e mangia solo verdure e frutta. Si è sposato tre volte, l’ultima con una messicana importatrice di prodotti equo-solidali. Al Guardian ha detto che ha divorziato dalla seconda moglie perché lei voleva che i figli frequentassero la scuola privata e lui no.

Io credo che di esempi come questi abbiamo bisogno, e non è un caso che il personaggio considerato “più credibile” a livello mondiale sia Papa Francesco, senza dubbio per la sua capacità di accompagnare le parole ai fatti, scegliendo uno stile di vita molto più vicino al Vangelo di quello dei suoi predecessori. Tutti sentono che a questo Papa non basta compiere il dovere di predicare verità scomode: vuole assicurarsi che le sue parole siano accolte e ne scaturiscano comportamenti coerenti.
Se vogliamo che effettivamente ritorni ad “esserci vita a sinistra” dobbiamo, a mio parere, misurare non solo la capacità dei suoi leader di tracciare un programma che sia nei fatti a favore dei più deboli e per una maggiore giustizia sociale, ma anche la loro coerenza rispetto alle idee che portano avanti. Perché il fossato che si sta scavando, e che diventa sempre più gigantesco, tra i politici e gli elettori, può essere colmato solo se la parola “politica” tornerà ad incarnarsi in persone il cui stile di vita evochi davvero il “bene comune” e non, come accade ora, il privatissimo tornaconto personale.

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