Dimezzata la spesa per il personale e “spariti” 50 dirigenti
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Dimezzata la spesa per il personale e “spariti” 50 dirigenti

Il consiglio provinciale ha approvato i criteri per la riorganizzazione dell'ente dopo la legge di riordino Delrio. E' il primo passo verso il nuovo assetto organizzativo che verrà definito dopo l'approvazione del decreto regionale di assegnazione delle funzioni. Dalle 56 funzioni organizzative si passa a 6 con metà spesa. Ma i servizi chi li eroga?

Il consiglio provinciale ha approvato i criteri per la riorganizzazione dell'ente dopo la legge di riordino Delrio. E' il primo passo verso il nuovo assetto organizzativo che verrà definito dopo l'approvazione del decreto regionale di assegnazione delle funzioni. Dalle 56 funzioni organizzative si passa a 6 con metà spesa. Ma i servizi chi li eroga?

PROVINCIA – Nel 2013 le posizioni organizzative della Provincia di Alessandria erano 56 e la spesa complessiva per il personale ammontava a 22 milioni di euro. Dopo la cura dimagrante imposta dalla legge di riordino Delrio, si arriveranno a contare probabilmente non più di 6 dirigenti, o posizioni organizzative (che non sono esattamente la stessa cosa da contratto nazionale, ma è per indicare posizioni che hanno responsabilità e funzioni di coordinamento di team di lavoro) e la spesa complessiva dovrà scendere a 12,450 milioni di euro.
Bene, quindi, a voler vedere il bicchiere mezzo pieno. Ma resta il nodo della collocazione personale in “eccedenza” e dell’erogazione dei servizi del nuovo ente scaturito dalla riforma, per ora solo “abbozzato”.  
Insomma, pare una riforma al contrario quello sul riordino, calata sugli enti locali senza forse considerarne le coseguenze: qui non si è trattato di applicare il detto “hai voluto la bici, ora pedala”. Il governo la bicicletta, che era già piuttosto malandata, l’ha tolta ma occorre pedalare comunque. Sono state dimezzate le risorse ma ci sono da garantire gli stessi servizi, o poco meno. “La Provincia di Alessandria – dice ad esempio il consigliere Enrico Mazzoni, delegato per viabilità – è l’unica a non aver restituito ad Anas neppure un metro di strada. Il presidio del teerritorio parte proprio dalle strade e siamo intenzionati a mantenerlo”.

Giovedì 30 aprile, il consiglio provinciale
ha approvato i criteri di riorganizzazione della struttura ma gli spazi bianchi da riempire sono ancora molti. Manca ancora la definizione delle funzioni di cui si dovrà occupare palazzo Ghilini, oltre alle sei previste dalla legge nazionale, tra cui viabilità, edilizia scolastica, ambiente, pianificazione territoriale. Spetterà al governo centrale e alla Regione decidere cosa gestire direttamente o delegare nuovamente alle province, ma né lo Stato né la Regione hanno ancora approvato leggi e decreti attuativi. “Fino a quando non sapremo quali funzioni dovremo svolgere, non possiamo definire quanto e quale personale occorrerà”, fa presente il vicepresidente Angelo Muzio. La Regione sembra intenzionata a riprendersi l’agricoltura; il ministero del Lavoro prenderà probabilmente in carico il lavoro (gli ex uffici di collocamento). C’è da definire la collocazione del corpo di polizia Provinciale e servizio faunistico, per il quale si era ipotizzato un passaggio al corpo forestale dello Stato, il quale, a sua volta, potrebbe confluire nell’Arma dei Carabinieri (ma, pare di capire, siamo ancora a livello di ipotesi).
E’ prevedibile che la Regione sciolga le riserve e si occupi del tema spinoso subito dopo l’approvazione del bilancio.
Questo non significa che ci saranno dei licenziamenti, per dirlo brutalmente. “Si tratta di stabilire chi prenderà in carico i dipendenti assegnati alle funzioni”, precisa Muzio.

La Provincia, quindi, si è limitata in questa fase ad approvare i “criteri generali” che saranno seguiti per la riorganizzazione futura. Si ipotizza – giocoforza, viste le risorse a disposizione – uno “snellimento e razionalizzazione della struttura organizzativa”; la “articolazione dell’organizzazione in strutture operative che siano aggregate secondo criteri di omogeneità e definite in modo da assicurare l’esercizio della funzioni loro attribuite secondo criteri di economicità, efficienza, effcacia e qualità attese dalla comunità nell’erogazione dei servizi provinciali”; “orientamento all’individuazione di posizione apicale (macrostruttura) unica con funzioni di attuazione degli indirizzi ed obiettivi stabiliti dagli organi di governo dell’ente”; “attuazione della flessibilità ed efficacia organizzativa e gestionale attraverso l’individuazione di strutture di staff”; “attuazione della flessibilità organizzativa anche attraverso il superamento di schemi consolidati (si parla in questo punto di gestioni anche di carattere privatistico, ndr)”; supporto ai comuni; razionalizzazione delle posizioni organizzative; piani di riqualificazione e mobilità interna.
Il parole povere, non ci potrà essere più di un dirigente o posizione organizzativa per funzione, quindi non più di sei. Storcono il naso i sindacati, che si sono confrontati recentemente con il vicepresidente Muzio. I rappresentanti dei lavoratori chiedono di poter avere un confronto serrato sulla definizione della pianta organica, “ma la sede non è questa, sono gli osservatori regionali e nazionali”, replica Muzio. “Quel che dobbiamo tenere presente, alla fine – chiude il presidente Rita Rossa – sono i servizi da erogare ai cittadini”.
Il documento sulla riorganizzazione è stato approvato con 8 voti a favore e 4 contrari.

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