Expo: Alessandria invisibile e in ritardo
A 60 giorni dallinizio dellevento abbiamo provato, tramite un software specifico, a cercare informazioni sullExpo mettendoci nei panni di turisti provenienti dallestero: il risultato per la nostra provincia non è certo lusinghiero. In realtà il capoluogo pare abbia fatto in generale ben poco per provare a centrare il grande evento
A 60 giorni dall?inizio dell?evento abbiamo provato, tramite un software specifico, a cercare informazioni sull?Expo mettendoci nei panni di turisti provenienti dall?estero: il risultato per la nostra provincia non è certo lusinghiero. In realtà il capoluogo pare abbia fatto in generale ben poco per provare a centrare il grande evento
ALESSANDRIA – C’è quasi da sperare che abbiano ragione quanti, fra gli addetti ai lavori, hanno messo in guardia gli ottimisti fin dall’inizio: dall’Expo conviene aspettarsi poco o nulla per il nostro territorio, esattamente come accaduto con i mondiali di Italia 90, le Colombiadi del 1992, le olimpiadi invernali a Torino del 2006 e la celebrazione dell’Unità d’Italia del 2011. Perché se così non fosse, e qualche chance il nostro territorio avrebbe potuto giocarsela davvero, allora sarebbe il caso di fare un profondo mea culpa.
Alessandria ha cominciato a ragionare per iscritto dell’Expo diverso tempo fa, almeno a partire dal 2010, ma il sito principe per la promozione del nostro territorio, monferratoexpo2015.com è stato varato appena qualche giorno fa, decisamente troppo tardi per rispondere alle esigenze dei turisti che in buona parte a questo punto si saranno già organizzati (va bene contrapporre alla frenesia milanese la nostra lentezza, ma a tutto c’è un limite…). Come se non bastasse questo ritardo si pagherà anche in termini di indicizzazione sui motori di ricerca, tanto è vero che nei nostri test il sito sul monferrato, realizzato insieme ad Asti, compare sistematicamente dopo una pagina Facebook creata molto tempo fa e poi abbandonata, con “ben” 74 like al suo attivo.
Non basta? Pensiamo al ponte Meier, sbandierato come vero asso nella manica per far scegliere il nostro territorio come punto di partenza per raggiungere Milano: Il progetto è in ritardo di circa 3 mesi, quanto basterà per non centrare, sostanzialmente, l’evento Expo.
E che dire del Marengo Museum? E’ di pochi giorni fa la notizia che si stanno cercando, peraltro senza troppo successo, volontari che possano garantirne l’apertura. In caso contrario, come sembra, resterà chiuso per gran parte del tempo: non proprio la strategia migliore per valorizzare il territorio e il suo patrimonio culturale. L’elenco di piccoli e grandi orrori potrebbe continuare (basti pensare alla Cittadella, che ad oggi non conosce ancora il proprio destino), ma il quadro ci pare già abbastanza chiaro. Il tutto senza sollevare il problema dei collegamenti con Milano, forse il più grave in assoluto e che ad oggi non ha ancora trovato soluzione.
Cosa vuol dire però, concretamente, essersi mossi così tardi? Ai più curiosi proponiamo un test realizzato nei giorni scorsi: grazie a un apposito software (basato sul sistema dei proxy servers) abbiamo simulato di trovarci all’esterno, facendo credere a Google che le nostre ricerche stiano partendo da diversi Paesi: nello specifico abbiamo testato la Cina, l’Olanda, la Germania, la Francia, il Brasile, gli Stati Uniti (poi ci siamo fermati perché in tutti questi casi abbiamo ottenuto risultati omogenei).

Il discorso cambia se alle parole chiave di ricerca aggiungiamo “Monferrato”. In quel caso spuntano fuori i siti del nostro territorio, ma non sempre facendoci fare una bella figura. Come non notare che il sito di Alexala, l’agenzia turistica della nostra provincia, pagata da tutti noi, non è di fatto tradotto in alcuna lingua? Si può scorrere fra i menu in diversi idiomi, ma i testi rimangono sempre e comunque in Italiano. Che senso ha fare un sito così? Lo avevamo segnalato mesi fa, ma da allora nulla è cambiato… (il nuovo sito monferratoexpo2015 per fortuna funziona meglio ma, come detto, arriva ad appena 60 giorni dall’apertura dell’evento).
Ancora una volta Alessandria (che come capoluogo e sede della provincia ha un peso specifico particolarmente importante) dimostra quello che si mormora in piazza: siamo una città che non ha mai avuto vocazione turistica e se ce la vogliamo inventare dobbiamo essere due volte più bravi degli altri e giocare d’anticipo, puntando sulla programmazione e investimenti oculati. Secondo noi in questo caso non è stato così. E secondo voi?