La Prima guerra mondiale e il ruolo dei nazionalismi
Un convegno internazionale cercherà di far luce sulle modalità con le quali i nazionalismi hanno contributo allo scatenamento del conflitto. Domani, mercoledì 24, alle ore 9.00 lezione al liceo Amaldi a cura dei professori Scavino e Mantelli, mentre al pomeriggio si discuterà di Schuldfrage e guerra vista dal basso
Un convegno internazionale cercherà di far luce sulle modalità con le quali i nazionalismi hanno contributo allo scatenamento del conflitto. Domani, mercoledì 24, alle ore 9.00 lezione al liceo Amaldi a cura dei professori Scavino e Mantelli, mentre al pomeriggio si discuterà di Schuldfrage e guerra vista dal basso
La prima parte della giornata di domani sarà rivolta alle scuole, con la lezione dal titolo “Raccontare la Grande Guerra, cent’anni dopo”, dedicata alle classi quinte del liceo Amaldi. Nell’aula magna, dalle ore 9.00 alle ore 11.00, si succederanno le relazioni dei professori Marco Scavino (Università degli Studi di Torino) e Brunello Mantelli (Università della Calabria e Università degli Studi di Torino).
Nel pomeriggio, dalle ore 15, presso la sala conferenze della biblioteca civica è in programma la seconda sessione con l’incontro dal titolo “La grande guerra dalla Schuldfrage alle conseguenze (non solo economiche) della pace alla guerra vista dal basso”. La lezione è a cura del professor Brunello Mantelli. Giovedì 25 e venerdì 26 settembre il convegno proseguirà ad Alessandria, nel Salone degli Specchi di palazzo Guasco.
Scopo dell’iniziativa è quello di affrontare uno specifico campo di studi che, nell’ambito del più generale dibattito sulla Grande Guerra, sta acquisendo una crescente importanza negli ultimi anni, specialmente a livello internazionale. Da un lato, nuovi studi hanno profondamente modificato la conoscenza della prima guerra mondiale, riaprendo il dibattito sulle responsabilità e sull’evitabilità o meno del conflitto, così come sulle ragioni della vittoria finale degli alleati e sul ruolo dei comandanti supremi e dei civili. Sono emerse nuove questioni, ad esempio sull’importanza della cultura militare e del senso dell’onore nell’avvio della guerra, sulle modalità di rappresentazione delle gerarchie militari, sul ruolo di fattori quali il patriottismo e la fede religiosa nell’accettazione della vita in trincea. Inoltre, temi di più ampia durata, come il razzismo, la medicalizzazione dei corpi, le deportazioni di massa, la legittimazione dell’uso della violenza contro i civili e le pratiche di genocidio sono stati connessi più strettamente ai grandi cambiamenti provocati dal conflitto. Dall’altro lato, gli studi sul nazionalismo e le identità nazionale hanno portato l’attenzione degli studiosi su aspetti quali l’invenzione delle tradizioni nazionali, le “comunità immaginate” e il ruolo della scuola.
L’obiettivo del convegno è quello di stabilire un dialogo tra questi due settori, al fine di indagare le modalità con cui i nazionalismi hanno contribuito allo scatenamento del conflitto e, attraverso di esso, si sono ulteriormente radicalizzati, finendo col determinare gli instabili equilibri politici degli anni Venti e Trenta.