Ancora segno meno per il settore orafo. Con accenni di ripresa…
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Redazione - redazione@alessandrianews.it  
20 Febbraio 2014
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Ancora segno meno per il settore orafo. Con accenni di ripresa…

Parzialmente disattese le previsioni di un 2013 in forte calo rispetto al 2012. L’analisi delle vendite condotta da Federpreziosi Confcommercio evidenzia come il settore orafo-argentiero-gioielliero-orologiaio di Valenza continui a fare i conti con il segno meno, ma con un accenno di ripresa rispetto al pesante biennio 2010-2012

Parzialmente disattese le previsioni di un 2013 in forte calo rispetto al 2012. L’analisi delle vendite condotta da Federpreziosi Confcommercio evidenzia come il settore orafo-argentiero-gioielliero-orologiaio di Valenza continui a fare i conti con il segno meno, ma con un accenno di ripresa rispetto al pesante biennio 2010-2012

 VALENZA – Parzialmente disattese le previsioni di un 2013 in forte calo rispetto al 2012. L’analisi delle vendite che Federpreziosi Confcommercio ha completato all’inizio di febbraio mette ancora in evidenza come il settore orafo-argentiero-gioielliero-orologiaio di Valenza continui a fare i conti con il segno meno, ma con qualche accenno di ripresa rispetto al pesante biennio 2010-2012. Generalizzati cali quindi, anche se meno pesanti rispetto al previsto: impensabile ipotizzare per il mercato domestico situazioni in controtendenza con gli indici in costante discesa, oramai non solo per i i beni voluttuari ma anche per quelli primari. Sono 703 i punti vendita su cui sono state fornite indicazioni: oltre a costituire un campione decisamente significativo, rappresentano un numero in sensibile aumento rispetto alle rilevazioni precedenti, segnale di una rinnovata attenzione del comparto verso le dinamiche del mercato in continuo mutamento.

l 30% degli esercizi commerciali oggetto dell’indagine ha rilevato un volume di vendite invariato o con un leggero incremento (fino al 5%), mentre il 16% ha dichiarato un aumento tra il 5 ed il 30%. Rimane la metà del campione a denunciare un calo generalizzato delle vendite, anche se con percentuali variabili. Infatti il 34% ha lamentato un calo tra il 5 ed il 20% e la restante parte, pari al 14% del totale, ha subito una flessione delle vendite tra il 20% ed il 30% ed in alcuni casi (6%) anche oltre. Sull’andamento delle vendite si è entrati nel dettaglio, con l’obiettivo di ottenere risultati non solo globali ma anche specifici per classi. E così è emerso come la gioielleria tradizionale o artigianale resti tra la produzione maggiormente richiesta (34%), così come i monili in argento (32%), gli orologi (30%) e il bijoux (16%). In vetta tra i monili più richiesti spiccano gli anelli con il 12% e si attestano al 9% gli orecchini.

Non meno importante per un’analisi sull’andamento del settore orafo valenzano è il periodo – apice per le vendite: in ordine il mese di dicembre (28%), dove si rileva ancora l’importanza di alcune occasioni particolari come il Natale che portano ad impennate delle vendite, a seguire il mese di agosto (al 17%). Poi maggio (14%), luglio (13%), giugno (10%) che spesso sono i mesi di occasioni come le comunioni, i matrimoni e gli anniversari. Come da consolidata tradizione, il periodo gennaio-marzo resta quello con il minor appeal nei confronti del prodotto orafo.

Un dato rilevante è dato dall’ingresso nel mondo del ciberspazio di un settore come questo: se infatti 7 punti vendita su 10 gestiscono il proprio magazzino con un sistema informatizzato, è da rilevare come il 16% del campione punti i propri investimenti sul commercio elettronico, che sempre più rappresenta un modello di business e una strada obbligata per far fronte alle esigenze di un mercato in cui la parola d’ordine sembra essere la “flessibilità dell’offerta”. La vetrina virtuale trova un numero sempre maggiore di estimatori in un comparto che, tuttavia, si dimostra ancora poco avvezzo agli adeguamenti tecnologici, intesi come opportunità di vendita. Il dato, che non si discosta da quello rilevato alla fine del 2012, indica che solo il 64% propone una vetrina virtuale.

Ma questa analisi non è solo dati e percentuali. Emerge infatti la difficoltà delle singole attività a districarsi tra le infinite normative e l’eccessiva pressione fiscale, che vengono indicate al primo posto fra le cause scatenanti della contrazione delle vendite. Ricorrenti sono i riferimenti alle problematiche legate allo spesometro, alla tracciabilità dei pagamenti con la limitazione all’utilizzo dei contanti non in linea con quanto previsto nel resto d’Europa, nonché il redditometro. Emerge quindi che un’opera di promozione nei confronti del gioiello possa favorire il ritorno all’emozionalità dell’acquisto e risvegliare l’interesse verso i preziosi. Anche per il comparto orafo, infatti, “il prolungarsi dello stallo nell’attuazione di efficaci politiche economiche a favore delle imprese e del mercato è ormai diventato un problema insostenibile e rischia seriamente di compromettere la sopravvivenza di molte aziende” conclude Federpreziosi Confcommercio.

Qui le tabelle con i dettagli per settore merceologico.

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