“Se non c’è futuro per le imprese, non c’è futuro per l’Italia”
I commercianti e gli artigiani d'Italia si preparano a scendere in piazza a Roma il prossimo 18 febbraio, nella mobilitazione generale delle imprese
I commercianti e gli artigiani d'Italia si preparano a scendere in piazza a Roma il prossimo 18 febbraio, nella mobilitazione generale delle imprese
ECONOMIA – I rappresentanti delle associazioni di categoria sembrano concordare: se non c’è futuro per le imprese, non c’è futuro per l’Italia. Proprio per questo motivo sono intenzionati a scendere in piazza, il prossimo 18 febbraio, per una mobilitazione che promette di raccogliere a Roma, in piazza del Popolo, oltre cinquantamila persone.
“La crisi va avanti da tre anni – commenta Adelio Ferrari, presidente provinciale di Rete Imprese Italia – e questa manifestazione è il nostro modo di farci sentire, senza cercare quegli scontri che sono invece tipici dei movimenti improvvisati. La nostra muta disperazione si trasforma così in una richiesta di fatti concreti, immediati, da parte degli enti. Senza la consapevolezza della gravità della situazione non si può avere futuro”.
A parlare, accanto ai rappresentanti dei commercianti e degli artigiani, sono i dati, preoccupanti, delle tendenze dello scorso anno, presentati alla Camera di Commercio di Alessandria giovedì 13 febbraio: il settore trainante, il commercio, registra una negatività del 2,18%. Ancora più allarmanti i dati sulla cassa integrazione, che testimoniano la sofferenza del settore con un drastico aumento di ore, salito, negli ultimi due anni, del 129,31%.
“Martedì manifestiamo per comunicare un malessere – aggiunge Luigi Boano, presidente provinciale di Ascom – consapevoli che per lungo tempo non siamo stati ascoltati, con l’accusa di ‘fare lobby’: è successo quando spiegavamo a chi di dovere che la liberalizzazione degli orari non avrebbe giovato al commercio, succede ancora. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, quotidianamente: negozi chiusi, strade deserte. Ora, le stesse persone che hanno portato il commercio indietro di quindici anni, vogliono spiegarci come uscire dalla crisi”.
“Il 18 Febbraio saremo tutti a Roma in piazza del Popolo con migliaia di commercianti per denunciare ancora una volta il disagio e la sofferenza in cui versa il comparto delle PMI e rivendicare misure di sviluppo a favore delle imprese – prosegue Sergio Guglielmero, presidente Confesercenti della provincia di Alessandria – Il fisco eccessivamente esoso, la burocrazia asfissiante, la crescita della disoccupazione, la presenza di troppa grande distribuzione organizzata sono le cause di una sofferenza insostenibile. Chiediamo ai Governi locali e soprattutto a quello Centrale, di adottare misure di sviluppo, accogliendo alcune delle proposte che le associazioni, aderenti a Rete Impresa Italia, hanno formulato negli anni”.
“Sono state dette molte parole – dichiara Giorgio Bragato, presidente provinciale Cna Alessandria – ora è il momento delle soluzioni. Un ultimo, più pressante invito per chiedere che le promesse vengano mantenute e che anche l’Italia possa diventare un luogo dove fare impresa, senza che la burocrazia e le spese strozzino sul nascere le iniziative. La responsabilità è di tutti, soprattutto della politica, ma a farne le spese sono i negozianti e gli artigiani: bisogna fare rete, per pensare ‘in grande’ anche da piccoli”.
“Alla depressione economica – spiega Guglielmero – si accompagna una depressione psicologica che frena i consumi anche di coloro che hanno mantenuto la stessa capacità di spesa del passato, questa affermazione è suffragata dal dato che nell’anno passato nella provincia di Alessandria sono aumentati i depositi bancari del 7%“. I dati raccolti, del resto, parlano chiaro. “E non sono nemmeno sufficienti a raccontare nel suo complesso la tragica situazione in cui versano le imprese – aggiun Scendiamo in piazza compatti perché ora il tempo è davvero finito: se l’Italia vuole avere un futuro deve darlo alle sue imprese. Adesso”.
