Il “pasticcio” sui vitalizi in Regione spacca il centro destra
Dopo la sentenza del Tar che riconosce l'illegittimità delle elezioni regionali, in Regione scoppia un secondo caso, quello sull'emendamento che consente ai consiglieri di riscattare i vitalizi in anticipo. L'11 febbraio fissata l'udienza davanti al Consiglio di Stato per la sospensiva dell'annullamento delle elezioni
Dopo la sentenza del Tar che riconosce l'illegittimità delle elezioni regionali, in Regione scoppia un secondo ?caso?, quello sull'emendamento che consente ai consiglieri di riscattare i vitalizi in anticipo. L'11 febbraio fissata l'udienza davanti al Consiglio di Stato per la sospensiva dell'annullamento delle elezioni
TORINO – Dopo la sentenza del Tar che riconosce l’illegittimità delle elezioni regionali, in Regione scoppia un secondo “caso”, quello sull’emendamento votato nella notte tra il 29 gennaio e il 1 febbraio dal Consiglio regionale che rientra nell’approvazione del Bilancio di previsione 2014, pluriennale 2014-2016. Un testo che completa la manovra finanziaria 2014, dopo l’approvazione della legge Finanziaria 2014.L’emendamento che ha fatto scatenare la “bagarre”, anche all’interno della stessa maggioranza di governo di Palazzo Lascaris, riguarda la possibilità per i consiglieri regionali di riscattare da subito i contributi previdenziali già versati, quindi di riscattare i vitalizi, senza attendere, come di norma, lo scatto dell’età pensionabile. Inoltre la norma sembrerebbe avere valore retroattivo e valere quindi anche per la possibilità di riscatto anche da parte delle legislature passate.
Non si è fatto , ovviamente, attendere l’attacco e non solo da parte delle opposizioni, ma anche da alcuni esponenti degli stessi partiti che siedono in maggioranza in Consiglio regionale. L’emendamento è stato firmato da Angelo Burzi ex di Forza Italia ma è stato presentato da Marco Botta di Fratelli d’Italia; a scagliarsi subito contro il provvedimento sono stati Mario Carossa, capogruppo della Lega Nord, che non ha votato, Gian Luca Vignale di Progettazione e Daniele Cantore capogruppo del Nuovo Centrodestra che hanno definito questa scelta – in un momento tanto delicato sia per l’inchiesta in corso che per l’annullamento delle elezioni regionali deciso dal Tar – “inopportuna”. Reazione in contrasto con l’esponente del suo stesso partito (Fratelli d’Italia) è stato anche il consigliere comunale alessandrino Emanuele Locci, che ha così commentato dalla sua pagina Facebook: “Già c’era l’incazzatura per i rimborsi-truffa di qualcuno in Regione…Poi si aggiunge l’amarezza, la delusione ed il disagio per l’approvazione dell’emendamento “prendi il bottino e scappa” con cui i consiglieri regionali hanno deciso di anticiparsi i soldi dei vitalizi. Ora scopro che addirittura uno del mio partito è stato il relatore dell’emendamento. Sono senza parole”.
Commenti molto duri dai gruppi consiliari di minoranza: “Il fatto che l’unico emendamento del centrodestra sia stato sui vitalizi, la dice lunga su quali siano le sue reali priorità”. A muso duro anche il Movimento 5 stelle di Alessandria, vista la visita del presidente Cota nella serata di ieri nel capoluogo alessandrino. “Ricordiamo che l’unico che ha già rinunciato in via definitiva al vitalizio, è il consigliere del M5S Davide Bono”.
Intanto visto il “caso” che questo provvedimento ha fatto scoppiare, il presidente Roberto Cota ha così commentato la reazione: “L’approvazione della norma sui vitalizi, in Consiglio regionale, è stata ‘un errore’. Non per il suo contenuto, ma per la prevedibile strumentalizzazione di questo sistema mediatico impazzito che trova mille argomentazioni pur di costruire una realtà virtuale al servizio del potente di turno”. Secondo il presidente della Regione Piemonte, “la politica si è indebolita talmente che è alla mercé di magistrati e giornalisti tanto da farsi dettare l’agenda da loro”. Inoltre la Regione ha giustificato il provvedimento come un “risparmio” per la Regione, ma in realtà l’operazione non sarà senza conseguenze sulle casse di Palazzo Lascaris, con una spesa di una decina di milioni di euro circa.

Molinari, in mattinata, aveva già anticipato il senso del suo pensiero sulla vicenda ai microfoni di Radio Alex: “Si tratta di un vero e proprio golpe, mai si è visto dopo quattro anni annullare delle elezioni. Elezioni di cui non è mai stata messa in discussione la validità dei voti espressi. Il presidente Cota ha preso 9 mila voti in più della Bresso. L’unica irregolarità che il Tar contesta è la Lista Pensionati per Cota che nella circoscrizione di Torino non avrebbe potuto presentarsi.
E’ vero che questa lista ha avuto irregolarità ma c’è un’altra lista: “pensionati invalidi per Bresso”, che è stata condiderata non valida in tutto il Piemonte. Quindi, comunque la giriamo, ha vinto il presidente Cota di 6.000 voti. E poi…non si può invalidare un’elezione nel momento in cui le schede elettorali vengono convalidate dal tribunale elettorale!”
In serata, nella sede dell’Associazione Cultura e Sviluppo, si è parlato soprattutto di riforme “affinchè non accada più ciò che si è verificato in Piemonte”. “A questo punto – ha sottolineato Balduzzi – non è più una questione di legittimità, ma di legittimazione, di sostanza e non di forma. E’ ragionevole che il Consiglio di Stato confermi la sentenza del Tar. Ma, in ogni caso resta la questione di fiducia del cittadino verso l’istituzione. Cota, forse, avrebbe fatto meglio a fare un passo indietro a novembre.” Balduzzi ha annunciato poi di essere in procinto di presentare un disegno di legge in Parlamento affinchè, in deroga al principio generale che prevede come le risoluzioni siano riservate al giudice ordinario, sia prevista l’eccezione per l’incidente di falso in modo che possa essere risolta dal tribunale amministrativo regionale”.
Il consigliere Rocco Muliere (Pd) torna ad invocare con forza le urne a maggio: “Siamo arrivati al punto più basso nella fiducia del rapporto tra cittadini e Regione,. Se non vogliamo arrivare ad un punto di rottura, occorre ripartire, con nuove elezioni”.
L’assessore Cavallera torna sulle cifre, ricordando che “anche la lista Pensionati per Bresso è stata riconosciuta illegittima per un problema di firme”.
E lancia un’idea: “lasciare il tempo necessario ai tribunali di verificare la correttezza delle liste, al momento della presentazione. Ma, una volta verificato ciò, l’elettore deve avere la certezza che quel che c’è sulla scheda sia secondo la legge”. Un punto su cui anche Muliere concorda.