Biodigestore: chi ne sa qualcosa?
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Redazione - redazione@alessandrianews.it  
27 Novembre 2012
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Biodigestore: chi ne sa qualcosa?

In strada Oche un cantiere per un impianto di biodigestione anaerobica: per il Movimento 5 Stelle la maggior parte dei cittadini non sa nulla. Ma il Pd a luglio presentò un'interrogazione in proposito

In strada Oche un cantiere per un impianto di biodigestione anaerobica: per il Movimento 5 Stelle la maggior parte dei cittadini non sa nulla. Ma il Pd a luglio presentò un'interrogazione in proposito

VALENZA – Il Movimento Cinque Stelle di Valenza ha notato una costruzione nuova in strada Oche. Ma i cittadini valenzani sono a conoscenza che si sta costruendo proprio nella loro città un impianto di biodigestione anaerobica? “Passato fuggevolmente in Consiglio comunale nel luglio scorso con una tiepida opposizione dei gruppi di minoranza, vediamo di dare qualche notizia su questo tipo di impianto – dicono i rappresentanti del Movimento – NeI biodigestore la sostanza organica, frutta, mais, mais industriale sorgo, ecc., in assenza di ossigeno, si trasforma in gas che può diventare combustibile per la produzione di energia elettrica. La massa presente all’interno di esso viene trasformata in biogas, una sostanza costituita principalmente da metano e anidride carbonica, a seconda del tipo di sostanze utilizzate. La presenza di metano varia da un minimo di 50% ad un massimo di 70%. Il biodigestore può produrre energia elettrica, in piccola parte consumata dall’impianto e in maggior parte venduta alla rete. I biodigestori sono sicuramente gli impianti alimentati a fonti rinnovabili meno impattanti,sebbene ci siano delle criticità relative al digestato che devono essere approfondite, dato che al loro interno non avviene alcuna combustione ma bensì una fermentazione anaerobica”.

Il M5S sostiene che la decisione su questo impianto sia passata senza che la popolazione fosse informata o consultata: “Abbiamo fatto una rapida indagine tra i valenzani e la maggior parte non ne sapeva nulla. Alcuni cittadini che abitavano nei pressi si sono lamentati per i rumori dovuti alla costruzione, ma gli altri erano perfettamente all’oscuro. Sappiamo che il traffico di camion che vanno e vengono dall’impianto è notevolmente aumentato, creando sicuramente un aumento dell’inquinamento da polveri sottili. Cosa trasportano? La presenza di un impianto di tal genere deve essere partecipata ai cittadini. In diversi comuni dove c’era l’intenzione di costruirne uno hanno persino fatto un consultazione tramite referendum per conoscere la volontà degli abitanti”.

“Dove sarà depositato il residuo finale? Potrebbe contenere prodotti tossici, conseguenze di una scorretta fermentazione? Oltretutto, se produce energia elettrica, quale sarà il vantaggio per i cittadini? Avranno una riduzione del costo della bolletta oppure il vantaggio sarà come al solito di privati? Questo vogliamo chiedere alle istituzioni e al Comune in particolare che sovraintende a quello che accade nel territorio. In troppi casi la mancanza di informazioni nasconde situazioni poco chiare, chiediamo solo di essere informati per conoscere e giudicare” conclude il Movimento 5 Stelle.
 

Ma il 20 luglio scorso il gruppo consiliare del Partito Democratico, avuta notizia dell’avvio della costruzione di un impianto in Regione Oche, senza che mai tale progetto fosse transitato dal Consiglio o dalla competente Commissione Consiliare, ha presentato, anche a nome degli altri gruppi di minoranza, interrogazione per avere chiarimenti in merito. A tale interrogazione venne fornita risposta nella successiva seduta di Consiglio del 26 luglio. L’allora assessore Maggiora confermò che si stava già costruendo un impianto di biodigestione vegetale, e che era ormai prossimo alla messa in funzione. Confermò anche che l’impianto in questione, di proprietà di privati, fu autorizzato dalla Conferenza dei Servizi provinciale, senza mai transitare per il Consiglio Comunale di Valenza in quanto le allora vigenti normative in materia non prevedevano in modo obbligatorio tale passaggio. L’assessore portò poi a conoscenza della possibilità, per quanto ancora futuribile, che un secondo impianto potesse sorgere in Valenza, e asserì la sua personale convinzione, peraltro non nuova, che qualsiasi iniziativa tesa alla produzione di energia dovesse essere non solo accolta, ma anche incoraggiata.

“Noi, in ossequio a quanto previsto dal regolamento di funzionamento del Consiglio Comunale, potemmo solo dichiararci insoddisfatti della risposta. E lo facemmo con forza, asserendo che, per quanto non obbligata, l’amministrazione avrebbe dovuto sentire il dovere morale di informare la città e di portare il progetto all’esame del Consiglio Comunale. A maggior ragione dal momento che l’impianto in oggetto sorge in una zona di pregio, molto vicina al Po e ad una bella villa storica – dice Mauro Milano, presidente del gruppo consiliare del Pd – Non corrisponde al vero, pertanto, che il biodigestore sia passato fuggevolmente in Consiglio comunale nel luglio scorso con una tiepida opposizione dei gruppi di minoranza, in quanto non ci fu mai data alcuna possibilità di discutere e tantomeno di esprimere un voto della questione prima che ne partisse la costruzione. Semmai, è stato solo grazie alla nostra interrogazione che la vicenda è potuta venire alla luce”.

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