Valenza: il suo ospedale, il territorio e i suoi servizi
Ecco quanto emerso dai lavori della minoranza volti ad chiarire le iniziative messe in campo a tutela del patrimonio dei servizi sanitari del Distretto socio-sanitario del Valenzano
Ecco quanto emerso dai lavori della minoranza volti ad chiarire le iniziative messe in campo a tutela del patrimonio dei servizi sanitari del Distretto socio-sanitario del Valenzano
VALENZA – I gruppi consiliari “ Per Valenza – Un Futuro”, “Tosetti con noi per la città”, “Siepe – Valenza la tua città” e “Partito Democratico” alle 11 di giovedì 8 novembre hanno tenuto una conferenza stampa in merito ai lavori svolti dalla minoranza sullo stato di “Valenza, l’ospedale e i suoi servizi”.
Essenzialmente la minoranza, che già aveva chiesto resoconto al Sindaco Sergio Cassano delle iniziative messe in campo a tutela del patrimonio dei servizi sanitari del Distretto socio-sanitario del Valenzano, fin dal 2011, così si esprime: ”aspettiamo ancora risposte sull’attivazione dei canali di comunicazione con la Regione Piemonte e sulla riorganizzazione dell’ospedale locale”.
Il Consigliere Germano Tosetti, ex Sindaco di Valenza dice che “l’impegno per la salvaguardia dei servizi facenti capo all’ospedale ex Mauriziano non termina con l’odg approvato nell’ultimo Consiglio comunale, richiamante il necessario colloquio fra sindaci del Distretto socio-sanitario di Valenza e vertici dell’ASL”, “attualmente non è noto lo stato della consultazione del comitato dei sindaci del distretto”, anche se richiesto in più occasioni con gli strumenti propri del Consiglio Comunale.
Il Consigliere Tosetti ha centrato il suo intervento “sull’impegno delle rappresentanze dei cittadini all’interno delle istituzioni, in primo luogo in Consiglio Comunale”, appoggiando così la raccolta firme spontanea dei valenzani a difesa dell’ospedale, sul quale si rincorrono voci di chiusura ma non atti ufficiali, ma ribadendo che queste manifestazioni non possono essere le sole, insieme ai titoli dei giornali “ a tentare di governare i cambiamenti”.
La raccolta firme in atto dal 27 ottobre scorso, a cura del costituendo comitato per la difesa dell’Ospedale di Valenza “per ribadire l’assoluta contrarietà alla chiusura dell’ex Ospedale Mauriziano” indirizzata “al Presidente della Regione Piemonte e all’Assessore Regionale alla Sanità”, nei propositi degli organizzatori proseguirà ogni sabato fino al raggiungimento di 10.000 firme è uno degli indicatori dell’attenzione dei Valenzani sul futuro dei propri servizi, ma non é il solo, secondo la minoranza.
Prosegue Mauro Milano per il Partito Democratico: “la cittadinanza riceve l’informazione di un ospedale che si sta progressivamente svuotando nei confronti dei posti letto occupati, senza conoscere quale sarà la riorganizzazione dei servizi territoriali e di emergenza a fronte della eventuale chiusura”, “dal piano socio-sanitario approvato é stato indicato tra quelli non più idonei per vetustà e strumentazioni tecnologiche, basso livello di utilizzazione, tra quelli da riconvertire in strutture di lungodegenza/riabilitazione/poliambulatorio”.
Non è nuova la partecipazione dei cittadini valenzani alle sorti del proprio ospedale tramite organi di informazione, il 30 ottobre 2001, il Comitato spontaneo di Valenza Po (AL) aveva consegnato tramite il Sindaco Germano Tosetti, al presidente del Consiglio regionale, Roberto Cota, una petizione con 16.700 firme raccolte tra i cittadini valenzani per chiedere che non venisse attuata la riconversione dell’ospedale cittadino in una struttura per lungodegenti, come allora ventilato dal Piano sanitario regionale. Nonostante le complesse vicende dell’Ordine Mauriziano il 18 marzo 2003, in accordo sottoscritto, Regione, Ordine Mauriziano, Comune di Valenza e Asl si erano confrontati sulla riconversione del presidio per evitarne la chiusura.
La Consigliera Zavanone ha sottolineato la necessità di “rispettare quanto sottoscritto” e insiste “sulla centralità dell’iniziativa consiliare e sulla responsabilità verso la comunità”, e il ricorso al Ministro Balduzzi, incluso nell’odg succitato, invitato dal Sindaco di Valenza, tramite lettera aperta a partecipare alle tribolazioni dei valenzani sul destino del bistrattato ospedale, non appare inutile, ma un estremo tentativo di coinvolgere il Ministro in una situazione degenerata nel disinteresse di “chi oggi rappresenta la città”.
Il nodo pare la mancanza di comunicazioni ufficiali che sgombrino questo clima di incertezza istituzionale e di leadership del Comune di Valenza nell’ambito anche del suo Distretto.
Intanto, nello stesso giorno della conferenza stampa della minoranza, i rappresentanti aziendali delle organizzazioni sindacali del comparto e le Segreterie provinciali hanno incontrato i vertici dirigenziali dell’ASL AL, all’oggetto la riorganizzazione temporanea ospedaliera.
All’incontro sono state presentate le prime proposte di riorganizzazione aziendale su indicazione del Coordinamento medico ospedaliero e dalla Dirigenza infermieristica, ,esse verranno adottate per limitare la contingente carenza infermieristica e tecnica nei settori di area critica di emergenza territoriale.
L’individuazione di tali settori sono già in essere nella programmata revisione organizzativa, che vede nelle riconversioni di alcune aree l’adeguamento alle indicazioni regionali in tema di riordino del settore sanità piemontese definitivo prossimo venturo.
Nello specifico del presidio di Valenza è previsto l’accorpamento delle attuali tre degenze in due degenze identificabili per assistenza di medicina/lungodegenza e riabilitativa, chiudendo temporaneamente il 4°piano e riallocando il Poliambulatorio distrettuale dall’attuale 5° piano al primo piano del Presidio Ospedaliero.
Il Consigliere Tosetti aveva concluso ricordando che “il Presidio Ospedaliero di Valenza è di proprietà della Fondazione ex Ordine Mauriziano, ma sorge su un terreno legato da vincolo d’uso per servizi sanitari nel Piano Regolatore di Valenza, e dal robusto contributo dei valenzani, che hanno creduto in quel progetto, e ai quali “probabilmente, qualche cosa bisognerebbe dire”.