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Eva Robin’s nel frigo
Martedì 17, al Sociale di Valenza, in scena uno degli spettacoli teatrali più vorticosi di Copi. Alla regia Andrea Adriatico
Martedì 17, al Sociale di Valenza, in scena uno degli spettacoli teatrali più vorticosi di Copi. Alla regia Andrea Adriatico
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito del Teatro Regionale Alessandrino.
Il frigo è uno dei testi teatrali più vorticosi di Copi, dove si ritrovano concentrati tutti i suoi temi e le sue manie, a cominciare dai sessi indefiniti e dalle violenze a ripetizione. A incarnare l’eroina di questa strana opera è Eva Robin’s. Ironica, affascinante, cinica, Eva rivela il suo straordinario talento d’attrice affrontando sola in scena una miriade di personaggi in un meccanismo di veloci trasformismi e moltiplicazioni di identità in cui vestirà via via i panni di una psicanalista svitata, di una madre crudele, di una serva irriverente, di un editore megalomane: tutte proiezioni immaginarie del protagonista “L”, ex-indossatrice alle prese con il più comune degli elettrodomestici.
Nel Frigo c’è tutta la comicità cinica del teatro surreale e pungente del grande Copi, argentino emigrato a Parigi e morto di aids nel 1987, celebre per i fumetti della “Donna seduta” e per la sua capacità di ridere con sprezzante ironia delle disgrazie e delle ingiustizie della commedia umana.
Nel Frigo c’è tutta la comicità cinica del teatro surreale e pungente del grande Copi, argentino emigrato a Parigi e morto di aids nel 1987, celebre per i fumetti della “Donna seduta” e per la sua capacità di ridere con sprezzante ironia delle disgrazie e delle ingiustizie della commedia umana.
Ugo Ronfani, “Il Giorno”, 26 aprile 2006
“Copi ed Eva Robin’s: un binomio azzeccato. Il regista bolognese Andrea Adriatico coglie nel segno facendo incontrare nel proprio allestimento de Il frigo il genio irriverente e imprevedibile del drammaturgo argentino e il carisma fatto di ambiguità e naturale eleganza della celebre transessuale. Da questo felice connubio scaturisce un lavoro raffinato e divertente, una giostra di trovate e sorprese, ma anche un acidissimo ritratto dell’alta borghesia, fotografata nell’assoluta vanità delle sue manie e dei suoi affanni”.
Valeria Ravera, “Hystrio”, luglio-settembre 2006